La Storia del CAI di Castelfranco Veneto
Fondata nel 1924 per iniziativa di Primo Rebellato, tra i tavolini del Caffè di Mezzo, il nostro Club comincia ad organizzare le prime gite d’estate esclusivamente escursionistiche, sulle montagne più vicine: Pasubio, Pavione, Cima d’Asta, Ortigara, Altopiano di Asiago e naturalmente il Monte Grappa che veniva salito anche tre, quattro volte per stagione. Nel 1929, l’anno del gran freddo, cominciarono anche le gite invernali con gli sci nell’altopiano di Asiago, e la collinetta del Belloccio. Il numero dei soci nel frattempo era arrivato attorno alla cinquantina, anche perché il regime fascista aveva iniziato a creare un’organizzazione propria quale
Consiglio direttivo
Titolati
PRESIDENTE
VICEPRESIDENTE
Antonio Fantin
Cristian Fraccaro
CONSIGLIERI
SEGRETARIO
SEGRETARIO
REVISORI
Titolati
ISTRUTTORI NAZIONALE DI SCI ALPINISMO
ISTRUTTORI NAZIONALI DI ALPINISMO
Azio Bidoia, Emanuele Confortin, Andrea Basso
ISTRUTTORI NAZIONALI DI ARRAMPICATA LIBERA
ISTRUTTORE DI SCI ALPINISMO
ISTRUTTORI DI ALPINISMO
ISTRUTTORI DI ARRAMPICATA LIBERA
ACCOMPAGNATORI DI ESCURSIONISMO
ACCOMPAGNATORE NAZIONALE DI ALPINISMO GIOVANILE
ACCOMPAGNATORI DI ALPINISMO GIOVANILE
OPERATORI NATURALISTICI
Francesco Maria Calamelli, Rachele Rosin
I PRECURSORI DELL’ALPINISMO CASTELLANO
Renato Gobbato
(“el bagnin”)
Con Alberto Fraccaro “Marmeata”, si impegna dapprima in ascensioni sulle medie difficoltà (Campanile di Val Montanaia, Campanile Basso, Spigolo Jori della Punta Fiammes). A Castelfranco, perlomeno in certi ambienti, si comincia a parlare per la prima volta di sesto grado, e non è più il sesto grado che fanno gli altri, ma quello che pratica un castellano. Dal periodo che va dal 58 al 62, sue sono le salite alla Solleder del Sass Maor e la Steger del Catinaccio, la Tissi della Torre Venezia e la Comici della Cima Grande, la Ratti della Torre Venezia e la Buhl della Pala Canali, la Andrich del Cimon, la Ratti della Civetta e la Cassio della Torre Trieste. (Suoi compagni più assidui furono i veneziani Gianni Franzoi e Dino Toso, il cittadellese Renzo Timillero “Ghigno” e il castellano d’adozione Francesco Beltramello “Aquaesucaro”). Il 1963 è l’anno della svolta per il Bagnin, e per la Sezione del CAI di Castelfranco.
Portate a termine, infatti, le salite della Castiglioni, della Pala Canali, della Gilberti, della Busazza e la Via delle Guide sul Crozzon di Brenta, dopo cinque anni di attività estrema, viene ammesso al C.A.A.I., su proposta degli Accademici veneziani Vittorio Penzo, Marcello Canal e Guido De Diana. Dopo soli otto anni d’attività gli è conferito il riconoscimento di Accademico. Nel ‘64 il neoaccademico, assieme al bassanese Carlo Zonta, continua a ripetere vie tra le più impegnative delle Alpi, il diedro Philipp-Flamm della Punta Tissi, e la via Soldà alla Marmolada, il primo considerato tra i più difficili percorsi di tutte le Alpi (900 m. di sesto grado superiore superati in dieci ore), la seconda ritenuta tra le più classiche salite di sesto grado delle Dolomiti.